Metodologie di preparazione

Metodologie di preparazione

SEZIONE SOTTILE
Il procedimento di preparazione della sezione sottile si può riassumere in tre fasi:
 
1° fase - Taglio del campione
Tramite un'apposita taglierina ( logitech ) composta da un disco diamantato si ricava dal campione di roccia una lastrina dallo spessore di 3-4 mm.
 
2° fase - Incollaggio
Per questa fase ci serviamo di un collante perfettamaente incolore e trasparente ( epoxy ) e da un vetrino portaoggetto. L'operazione viene eseguita su un fornelletto a piastra metallica alla temperatura di 40° C. La lastrina di roccia viene incollata sul vetrino portaoggetti quindi messa sotto pressione per eliminare eventuali bolle d'aria che si possono creare tra vetrino portaoggetti e lastrina di roccia.
 
3° fase - Assottigliamento
E’ la fase più delicata si passa ad assottigliare la lastrina di roccia da 3-4 mm fino ad arrivare ai 25-30 micron. Per questa fase ci serviamo di una macchina lappatrice (Logitech lp 30) che permette un'assottigliamento preciso ed uniforme della roccia. Questa macchina è formata da un piatto di ghisa circolare con scannellature radiali, da un cilindro contenente acqua e abrasivo, da una pompa per vuoto e da un jig dove vengono fissati i campioni di roccia. Per mezzo di uno strumento (comparatore) con scala micrometrica si stabilisce lo spessore che si vuol dare alla sezione. L'operazione viene eseguita misurando lo stesso spessore tra il piatto dove avviene la lappatura e il piano del jig, quindi tramite il funzionamento della pompa da vuoto (Edward's) che aspira aria fermando i campioni sul jig si aziona la macchina (lp 30) e si procede all'assottigliamento della roccia fino a raggingere lo spessore desiderato.
 
LAVATO
Si preleva una quantità di circa 200-300 grammi del campione di roccia e la si fa essiccare esponendola al calore di un forno: tale operazione rende agevole la successiva disgregazione del materiale, una volta ridotto in piccoli frammenti, generalmente del diametro di circa 2-3 cm, vigendo la regola che più il campione è coerente, più piccoli dovranno essere i frammenti. Si introduce quindi la quantità di campione così ottenuta in un backer di plastica immergendola in un solvente prescelto. Il liquido utilizzato, introducendosi nei piccolissimi pori della roccia, ne permette, in un arco di tempo di circa 24-48 ore, la completa disgregazione. 
Generalmente si usa acqua ossigenata (H2O2) a 130 volumi, cioè con un rapporto di 900 parti di acqua e 100 di acqua ossigenata. Tale soluzione permette la disgregazione completa di quasi tutte le argille e di un buon mumero di argille marnose. Nel caso di rocce a maggior tenore di CaCo3 si deve ricorrere all'uso di DESOGEN (metalsolfato di metilfenil), prodotto geigy che, comunemente usato come disinfettante, ha un elevato potere disgregante. 
Una volta ottenuta nel backer la disgregazione completa della roccia si passa alla fase successiva del lavaggio del campione. Il contenuto del recipiente si versa, per mezzo di un forte getto d'acqua (meglio se a doccia), in una reticella metallica (a maglie quadrate con luce netta 1 mm) che, posta superiormente al setaccio, permette una prima selezione granulometrica del materiale; da qui raccogliendosi in una sottostante retina di naylon, con maglie a luce netta di 20 micron, uscirà insieme all'acqua quella frazione di materiale (matrice) con granuli di dimensioni inferiori ai 20 micron (minori del diametro delle maglie del setaccio). La parte invece trattenuta potrà, al momento della limpidezza dell’acqua di lavaggio, essere raccolta e messa ad asciugare sotto lampade a raggi infrarossi.
Solo a questo punto il lavaggio è ultimato ed il prodotto così ottenuto (lavato), inserito in appositi sacchettini di plastica, è pronto per analisi al microscopio.